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House Troina è il primo Portale Indipendente specializzato nella promozione e valorizzazione del patrimonio immobiliare del comune di Troina. Nasce con l’idea di promuovere investimenti stranieri, e non, nel nostro territorio. Si propone di diventare, un Global Service Provider fornendo a possibili investitori ed estimatori tutte le informazioni, l’assistenza e la consulenza necessaria all’acquisto di un immobile a Troina. Scopri la gioia del fine living della nostra culla di serenità e una sempre nuova energia vitale e positiva. Scegli fra i molti servizi del nostro progetto, utili e gratuiti per tutti. (Il Sindaco dott. Sebastiano Venezia)

Perché Troina?

Troina ha origini antichissime. Recenti scavi hanno rilevato la presenza di insediamenti antropici risalenti al periodo preistorico. Sull’origine della città si è dibattuto a lungo e diversi sono stati gli storici che hanno cercato di dare dei chiarimenti in merito. Alcuni hanno identificato Troina con l’antica città di origine greca Imakera. La maggior parte degli studiosi antichi e moderni, invece, sono concordi nell’identificare Troina con Engyon, sede del tempio preellenico dedicato al culto delle Dee Madri o Meteres. Secondo quanto afferma Diodoro Siculo, l’antica Engyon fu edificata dai cretesi dopo la morte del re Minosse. A seguito degli scavi del secolo precedente, l’archeologo Militello sostenne che la cittadina fu legata alle vicende del tiranno di Siracusa, Dionisio I; probabilmente nel 397 a.C., dopo la sconfitta dei Cartaginesi, Engyon fu una roccaforte militare di mercenari campani per il controllo del territorio.

Diverse dominazioni scelsero Troina come luogo dove dimorare e dalla quale controllare il territorio circostante. Primi fra tutti gli Arabi, che nel IX secolo conquistarono la città e vi stabilirono un presidio militare.
Nel 1061 i Normanni, guidati dal Conte Ruggero, liberano Troina dal dominio saraceno. Secondo una leggenda, il Gran Conte, venuto a conoscenza che un mugnaio, accompagnato da un cane, il cui abbaiare era un segnale di riconoscimento e periodicamente riforniva di viveri il castello, si accordò con l’uomo, presentandosi dinnanzi al portone d’ingresso della fortificazione e, all’apertura, l’esercito normanno vi penetrò espugnandolo.
Troina con la conquista dei Normanni attraversò il periodo storico più rilevante della sua storia. Avamposto per la conquista della Sicilia, fu la prima capitale del regno e in seguito prima sede vescovile dell’isola dopo la dominazione musulmana (1082).
I Normanni costruirono chiese e conventi e diedero decoro urbanistico e architettonico alla città. Sempre a Troina furono fondati, grazie al sostegno della nobiltà greca locale, ben quattro fondazioni monastiche italogreche (San Michele, Sant’Elia, San Mercurio e San Basilio).
Nel 1088 vi risiedé papa Urbano II, che chiese aiuto militare ai Normanni per spodestare l’antipapa Callisto III.
Troina fu la tredicesima città demaniale del parlamento siciliano e posta sotto le dipendenze dirette della corona. La città in epoca angioina si ribellò a causa dell’applicazione delle Costituzioni di Melfi e per questo fu distrutta da Federico II di Svevia.
Con l’arrivo degli Aragonesi, venne venduta dal re Federico III d’Aragona al barone Matteo d’Alagona; tuttavia venne riscatta dagli stessi abitanti con l’ausilio di Francesco Di Napoli. In seguito fu rivenduta tra il 1392 e il 1394 a Pietro Moncada, ma nel 1398 re Martino concesse definitivamente lo status di città regia. Nel 1508 Ferdinando II le attribuì il titolo di civitas vetustissima.
Nel corso dell’età moderna la vita della città venne messa a dura prova da un’epidemia di peste (1575) e da due terremoti che causarono crolli e devastazioni (1643 e 1693). Negli anni trenta del Seicento fu nuovamente venduta da Filippo IV al nobile Antonio Scribani Genovese per finanziare le guerre contro la Francia, ma nel 1644 fu riscattata per opera di Vincenzo Di Napoli, insigne teologo e vescovo di Patti.
Troina nel XVIII secolo si adorna di ville e palazzi nobiliari; ben trenta le chiese e dodici fra monasteri e conventi.
La società troinese del XIX secolo è caratterizzata dalla presenza di una ampia realtà rurale e da un élite politico-religiosa detentrice di vasti possedimenti.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, dal 1 al 6 agosto 1943, il territorio di Troina divenne campo di battaglia e vide impegnati i soldati americani a contrastare la resistenza di un nucleo di tedeschi arroccati in paese. I giorni della battaglia, cruenti e nefasti per la popolazione, vennero fotografati dal celebre fotoreporter di guerra Robert Capa.

Troina, la porta sud dei Nebrodi
Troina si erge a 1120 metri sul livello del mare. Immersa in una natura incontaminata alle pendici del Parco dei Nebrodi, con lo splendido lago d’Ancipa che le fa da cornice, possiede un patrimonio naturalistico unico nel suo genere. Il visitatore che, per la prima volta, si accingerà a scoprire questo territorio rimarrà sorpreso dalla ricchezza di un paesaggio intenso e diverso dallo stereotipo di una Sicilia arida.
In gran parte boschivo, il patrimonio demaniale ricade nel cuore dei Nebrodi e si estende per 4200 ettari. Il territorio è ripartito in sei zone: Ranieri, Bussonita, Sambuchello, Cicogna, Bracallà e Finocchio con un’altitudine che oscilla dai 600 metri ai 1556 m. s.l.m.
La vegetazione è ricca e variegata: troviamo fasce di bosco di faggio e cerro, fasce di querce, di acero, di frassino, di lecci e di roverella. In località Bussonita è possibile ammirare il rarissimo tasso baccato. Anche il sottobosco è cospicuo di specie; tre le diverse varietà ritroviamo la Daphne laureola, il biancospino, la rosa canina, l’agrifoglio, il pungitopo e altri ancora. Molto ricca è la fauna selvatica.
Questo immenso patrimonio boschivo è eredità del Conte Ruggero e dei suoi successori, che ne fecero dono alla città. Il patrimonio demaniale è attualmente gestito dall’Azienda Speciale Silvo-pastorale.
Nella parte settentrionale del territorio di Troina, a circa 8 Km dal centro abitato, si trova la Diga Ancipa, un bacino artificiale realizzato negli anni ’50. Con un’altezza massima di 105 metri, è il più alto invaso della Sicilia ed ha una capacità di raccolta di circa 30 milioni di metri cubi d’acqua. Incastonata tra gli spuntoni arenacei di Rocca Mannia e Rocca di Ancipa, la diga è avvolta da un variegato paesaggio vegetale e offre ospitalità a diverse specie faunistiche. Lungo il percorso è possibile ammirare i ruderi di antiche costruzioni agro-pastorali (i metati).
L’intera area circumlacuale fa parte del Parco dei Nebrodi e rientra tra i siti di importanza comunitaria.

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